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Le fotografie di Francesca Corpaci

settembre 23, 2008

Le cose belle spesso restano mezze sepolte chissà dove, ed è un vero peccato. Le foto che voglio mostrarvi sono già visibili sulla pagina Flickr di Francesca Corpaci aka Flying Muffin. Lì ne trovate a vagonate, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma quelle che a mio avviso sono le migliori, le più speciali rischiano di perdersi nella calca. Perciò ho voluto preparare questa esposizione online degli scatti che si meritano maggiore visibilità, secondo il mio gusto.

Certamente nell’esito finale la magia intrinseca della Holga fa il suo dovere – colori morbidi, immagine pastosa e ricca – ma l’occhio è di quelli buoni. Le immagini che vi propongo raccontano quasi tutte il Giappone, con una potenza evocativa sorprendente, mentre sulla pagina Flickr dell’autrice ne troverete di ogni genere.  

#1 – it’s winter in sapporo #5 

Fa venire in mente la Little Odessa di James Gray e le main road della provincia americana allo zenit del loro fascino. 

 

it's winter in Sapporo #5

it's winter in sapporo #5

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Flickr hobo sapiens

settembre 3, 2008

Come tanti altri, passo un mucchio di tempo su Facebook, Twitter, Youtube e Flickr. Gironzolo ancora in stato semi-confusionale lungo Friendfeed e Linkedn. Non metto in dubbio il fatto che i social network siano un vero spasso, ma a cosa servono veramente? Solo di recente ho messo a fuoco il problema, con il prezioso aiuto del libro di Sergio Maistrello, La parte abitata della rete e del saggio Un nuovo giornalismo si intreccia nella rete di Antonio Sofi. Quest’ultimo, nel corso di una tonificante conversazione sul Web 2.0, mi ha proposto di scrivere due righe sul ruolo che ha avuto Flickr in un momento particolare della mia vita. 

Un anno e mezzo fa, in pieno inverno, mi metto in testa che devo visitare la Sicilia, terra da cui i miei nonni emigrarono durante la guerra. Nella zona di Palermo e dintorni sono sparsi tanti parenti mai incontrati prima che desidero conoscere. Poi devo a tutti costi respirare gli aromi taglienti e sentire le urla cadenzate de Il Capo, il mercato palermitano sul quale si affaccia la casa natale dei miei nonni. Per non parlare di un milione di altri posti sparsi per l’isola che da anni mi chiedo come sono veramente. Non ho messo soldi da parte e non so da dove cominciare. Decido di non pensarci troppo, prendo la macchina fotografica, apro un profilo su Flickr, riempio una sacca da viaggio e parto in autostop da Firenze. 

Purtroppo non ho potuto fare appello a Flickr quando una banda di teppisti voleva derubarmi in una landa desolata in provincia di Siracusa, ma per il resto è stato di grande aiuto. Tanto per cominciare è un modo ideale per organizzarsi. Hai tre settimane di tempo per fare un milione di cose che è una vita che vuoi fare: Flickr ti può essere d’aiuto a mettere un po’ d’ordine. Sei in un internet point costosissimo e devi decidere alla svelta dove andare nei giorni successivi: incredibile come il caos mentale di stimoli, idee e fermenti del viaggio si adatti alle dinamiche di Flickr.

Come social network ha di straordinario una combinazione di strumenti estremamente utili per facilitare l’interazione tra gli utenti. L’account personale, la lista di amici, i commenti alle foto, Google Earth, i gruppi tematici, le tag, i preferiti e potrei continuare. Più facile a farsi che a dirsi. Mi sono iscritto a due folti gruppi di appassionati di fotografia siciliani, uno su Palermo e uno sulla Sicilia. Lì ho trovato dritte, ospitalità e itinerari che mi hanno permesso di orientarmi ancora prima di arrivare sull’isola. A Palermo ho postato le prime foto, ho aggiunto le cronache del viaggio e la conversazione si è intensificata. Ho incontrato un paio di utenti di Flickr a Palermo. Mi hanno portato direttamente nei posti di cui avevamo discusso online. Avevano visto le mie foto, sentito le mie domande. Sapevano già cosa mi piaceva e cosa no. Molti dei posti più belli che ho visitato in Sicilia mi sono stati suggeriti su Flickr. Avrebbero potuto suggerirmeli degli amici per telefono o al bar prima di partire, ma è successo su Flickr con l’ausilio delle bandierine di Google Earth, l’intervento di altri utenti del gruppo che seguivano la discussione e di quelli che commentavano le foto.

 

Flickr potrebbe essere definito una rete sociale “occasionale”. Di norma viene frequentato più sporadicamente rispetto a Facebook o Youtube, molti lo usano solo in determinate occasioni (viaggi, sessioni di fotografia, concerti), molti altri ci capitano una-due volta all’anno.

Non c’è niente di sbagliato in questo, semplicemente è la sua natura. È una zona – una delle tante – della “parte abitata della rete”.

Il rischio, a mio parere, è che resti un prodotto di nicchia troppo isolato e penalizzato rispetto ad altri social network. Sarebbe un peccato, dato il suo valore. Ed è qui che tornano utili gli aggregatori e cose come la convergenza. Io sono un utente flickr occasionale, ma grazie a un’applicazione creata ad hoc posso integrare la photo gallery di Flickr al profilo Facebook (tanto per fare un esempio). Quest’ultimo è il mio luogo privilegiato da un bel po’ e trovo sia una gran cosa poter traslocare lì con tutte le mie carabattole e magari fare io da Cicerone al prossimo hobo sapiens di passaggio su Facebook.